E il corallo comincia a rifiorire

di Alessandra Maria Fusé, giornalista viaggi e turismo
Le Maldive sono un mondo magico, le ho sempre vissute con spirito romantico, soffermandomi ad assaporare ogni piccolo dettaglio: la sabbia bianca e finissima, le acque turchesi delle lagune, i tramonti nell’oceano Indiano, i paguri che escono dalle tane all’imbrunire… e poi il reef, che ha vissuto anni drammatici a causa del surriscaldamento delle acqua che ha provocato lo sbiancamento dei coralli. Ma ho potuto personalmente constatare che i coralli stanno rifiorendo: ho nuotato in lungo e in largo nella barriera corallina di Feridhoo e mi si è riempito il cuore di gioia nel verificare come i nuovi coralli stiano crescendo aggrappati alle precedenti generazioni ormai sbiancate. E’ il segno della rinascita della natura, della sua forza, capace di vincere sempre e comunque, anche in questa epoca in cui l’uomo sembra stupidamente lanciato nella totale distruzione dell’ambiente. Quei coralli che rifioriscono comunicano la speranza che la natura sia più forte, sempre e comunque. Dal punto squisitamente biologico, il rifiorire dei coralli è probabilmente la conseguenza dell’adattamento darwiniano dei coralli alle mutate condizioni ambientali, ma da un punto di vista più ampio, più spirituale, il messaggio è assai più potente. E in questa ottica si inserisce la mia scelta di vivere le Maldive come autentiche esperienze di viaggio, lontani dai modelli costruiti a tavolino e presenti nei cataloghi di vacanza: amo soggiornare nelle guesthouse e nelle isole abitate dai maldiviani, spostarmi con i ferryboat e assaporare la cucina locale, fatta di poche cose ma vere. Quando sono alle Maldive, alle lasagne alla bolognese preferisco il tonno appena pescato. E soprattutto mi piace l’idea che il mio soggiorno contribuisca a sostenere (seppur modestamente) le piccole comunità locali e non i grandi gruppi internazionali.