Ecoturismo, un modo diverso di viaggiare

di Giovanni Baldoni, giornalista professionista

Andai alle Maldive, la prima volta, nel purtroppo ormai lontano 1993. Rimasi impressionato dallo splendore dei coralli che, a quell’epoca, trasformavano i fondali in un immenso giardino fiorito. Il turismo era assorbito da favolosi resort e una vacanza alle Maldive era un sogno che richiedeva un vero e proprio investimento economico. Poi arrivarono el Nino, il fenomeno climatico che comportò il brusco riscaldamento delle acque oceaniche con danni alle barriere coralline, ma anche i voli charter che dall’Italia collegavano molteplici destinazioni in mezzo mondo: voli che, abbinati al soggiorno, consentirono ai tour operator di costruire pacchetti più a misura di tutti. I resort aumentarono in termini di numero e di posti occupati e le Maldive divennero una destinazione non più solo per un indimenticabile viaggio di nozze ma anche per una bella, anzi splendida, vacanza. In questi ultimi 30 anni sono tornato moltissime volte alle Maldive, abbandonando progressivamente l’idea del resort perché non amo il tipo di turismo che è andato configurandosi nelle vacanze “tutto incluso”, e scoprendo via via l’ecoturismo, cioè una modalità diversa di viaggiare e di soggiornare: in questi anni ho preferito condividere i miei viaggi con le popolazioni locali – apprezzando tutti i loro pregi e accettando i loro difetti – scoprendo un mondo nuovo e – a mio parere – più a misura d’uomo. Sicuramente più autentico, anche se talvolta richiede un certo spirito di adattamento. Ma è un piccolo prezzo che mi fa piacere pagare, perché mi ritrovo (e ne ho percezione) in un mondo reale, di persone vere. E Feridhoo, lontana dai consistenti flussi turistici, è un’isola dove tornerò spesso, perché – dal mio punto di vista – rappresenta le autentiche Maldive di oggi.